Dopo il vertice di Londra, la premier italiana Giorgia Meloni manifesta riserve sull’invio di truppe europee in Ucraina.
La crisi ucraina continua a dominare l’agenda politica internazionale, con i leader europei impegnati nella ricerca di soluzioni efficaci per garantire una pace duratura nella regione. Recentemente, a Londra si è tenuto un vertice cruciale che ha visto la partecipazione di numerosi capi di Stato e di governo, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni. L’obiettivo dell’incontro era discutere le possibili strategie da adottare per sostenere l’Ucraina e contrastare l’aggressione russa.
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Le proposte sul tavolo: invio di truppe europee
Durante il summit, una delle proposte più discusse è stata quella avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron e dal primo ministro britannico Keir Starmer, che prevede l’invio di un contingente europeo di circa 30.000 soldati in Ucraina con funzioni di peacekeeping. Questa iniziativa mira a garantire la sicurezza di Kiev e a monitorare l’eventuale cessate il fuoco, fungendo da deterrente contro ulteriori escalation del conflitto.
L’ipotesi, tuttavia, ha sollevato interrogativi e divisioni tra i partecipanti. La possibilità di un coinvolgimento diretto delle truppe europee in Ucraina è una questione estremamente delicata. Sia per le implicazioni strategiche che per il rischio di un’escalation con la Russia.
Giorgia Meloni frena sull’invio di truppe italiane
La posizione italiana è stata chiarita direttamente dalla premier Giorgia Meloni, che ha espresso forti perplessità sulla possibilità di un coinvolgimento militare europeo sul campo. “Continuo a essere perplessa sull’utilizzo di truppe europee, al di là del fatto che la presenza di truppe italiane in Ucraina in questa fase non è mai stata all’ordine del giorno. Io vedo questa come una soluzione che rischia di essere molto complessa e probabilmente meno risolutiva di altre”, ha dichiarato Meloni ai cronisti al termine del vertice.
La premier italiana ha inoltre ribadito la necessità di mantenere un’unità d’azione tra gli alleati occidentali, ponendo l’accento sul ruolo centrale della NATO e sul rapporto con gli Stati Uniti. “Io penso che il modo più effettivo alla fine sia sempre all’interno di quella che è la cornice atlantica, che non vuol dire necessariamente ingresso nella NATO, ma può voler dire diverse opzioni. Qui si dice ‘thinking out of the box’, pensare un po’ fuori dalla scatola” ha sottolineato.
L’Italia e la ricerca di soluzioni diplomatiche
Il vertice di Londra ha evidenziato le divergenze tra i principali leader europei sulla strategia da adottare per sostenere l’Ucraina. Francia e Regno Unito sembrano intenzionati a rafforzare la loro presenza nel conflitto con un’azione più diretta. Mentre l’Italia mantiene una posizione più cauta, privilegiando il dialogo diplomatico e il coordinamento con gli Stati Uniti.
Alla luce di queste dinamiche, Meloni ha anche ridimensionato le speculazioni su un presunto piano congiunto tra Francia e Gran Bretagna per la risoluzione del conflitto: “Presentato? Ci sono degli spunti, presentato non direi. Ci sono varie proposte, penso che chiunque metta sul tavolo una proposta faccia in questo momento una cosa utile. Poi ci possono essere perplessità su alcune proposte, come quella dell’utilizzo di truppe europee, su cui ho espresso perplessità”.
In definitiva, l’Italia sembra orientata a evitare un coinvolgimento militare diretto e a puntare su una strategia diplomatica più ampia, sempre sotto l’ombrello dell’Alleanza Atlantica. Meloni ha ribadito con forza la sua priorità: “Tutto quello che posso fare per mantenere l’Occidente unito lo farò”.